ASL, Gilda: “Studenti hanno buone ragioni per protestare”
Troppe le ore di alternanza scuola-lavoro e alunni troppo spesso sfruttati dalle aziende
13 Ottobre 2017
AREA STAMPA
“Esprimiamo solidarietà agli studenti scesi in piazza per protestare contro le modalità con cui viene gestita l’alternanza scuola-lavoro”. È quanto dichiara la Gilda degli Insegnanti in occasione delle manifestazioni in corso oggi in 70 città italiane.
“Abbiamo criticato aspramente fin dal primo momento le norme inserite nella ‘Buona Scuola’ che prevedono obblighi quantitativi di ore di alternanza scuola-lavoro non compatibili con gli assetti dell’offerta formativa del triennio delle scuole superiori. Il nostro sindacato - spiega la Gilda - non è aprioristicamente contro questo tipo di esperienze che, se organizzate bene, possono essere occasioni di reale arricchimento formativo e culturale per gli studenti. Riteniamo, però, che fino ad oggi l’alternanza si sia dimostrata spesso un’inutile perdita di tempo per docenti e alunni e, in alcuni casi, addirittura una forma di sfruttamento del lavoro giovanile”.
“Troppe risorse sono state spese per un’esperienza che deve essere complessivamente rivista: si tratta di 100 milioni annui, senza considerare poi le migliaia di ore che i docenti devono dedicare all’organizzazione dell’alternanza e i tanti insegnanti del cosiddetto organico del potenziamento che, invece di andare in classe ad insegnare, svolgono mansioni impiegatizie per curare i rapporti con le imprese”.
“Comprendiamo, dunque, le ragioni degli studenti - conclude la Gilda - e chiediamo al Governo una radicale revisione della legge 107/2015 anche per quanto concerne l’ASL”.
Roma, 13 ottobre 2017
Ufficio stampa Gilda Insegnanti
“Abbiamo criticato aspramente fin dal primo momento le norme inserite nella ‘Buona Scuola’ che prevedono obblighi quantitativi di ore di alternanza scuola-lavoro non compatibili con gli assetti dell’offerta formativa del triennio delle scuole superiori. Il nostro sindacato - spiega la Gilda - non è aprioristicamente contro questo tipo di esperienze che, se organizzate bene, possono essere occasioni di reale arricchimento formativo e culturale per gli studenti. Riteniamo, però, che fino ad oggi l’alternanza si sia dimostrata spesso un’inutile perdita di tempo per docenti e alunni e, in alcuni casi, addirittura una forma di sfruttamento del lavoro giovanile”.
“Troppe risorse sono state spese per un’esperienza che deve essere complessivamente rivista: si tratta di 100 milioni annui, senza considerare poi le migliaia di ore che i docenti devono dedicare all’organizzazione dell’alternanza e i tanti insegnanti del cosiddetto organico del potenziamento che, invece di andare in classe ad insegnare, svolgono mansioni impiegatizie per curare i rapporti con le imprese”.
“Comprendiamo, dunque, le ragioni degli studenti - conclude la Gilda - e chiediamo al Governo una radicale revisione della legge 107/2015 anche per quanto concerne l’ASL”.
Roma, 13 ottobre 2017
Ufficio stampa Gilda Insegnanti
Tags: #buonascuola #comunicati #legge 107/15