Covid, Gilda: “Nessuna tutela e troppa ambiguità, non firmiamo il Protocollo di sicurezza”
Demansionare i docenti inadempienti all’obbligo vaccinale configura un’arbitraria violazione dei contratti
31 Marzo 2022
AREA STAMPA
“Considerato il livello totalmente inadeguato di tutele previste per i docenti, sembra un eufemismo definire di sicurezza l’ultimo protocollo anti-Covid redatto dal ministero dell’Istruzione. Basta considerare che gli insegnanti non rientrano nel calcolo del numero massimo di positivi superato il quale scattano le misure stabilite per legge. A ciò si aggiunge che per i docenti inadempienti all’obbligo vaccinale si prospetta un ritorno a scuola alla cieca, senza che siano stati specificati i loro compiti e le rispettive regole di tutela. Senza considerare, poi, che nulla è mutato rispetto al sovraffollamento delle classi che rende inattuabile il distanziamento. Condizioni inaccettabili che ci spingono a non firmare il Protocollo di sicurezza”. Ad affermarlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.
“Demansionare i docenti inadempienti all’obbligo vaccinale, inoltre, - spiega il coordinatore della Gilda - configura un’arbitraria violazione dei contratti in vigore che non trova alcuna giustificazione in reali esigenze dell’Amministrazione”.
Ad aggravare ancor di più la situazione, c’è poi la decisione di utilizzare metà dei fondi prima destinati al merito e poi al rinnovo del contratto per coprire parte dei maggiori costi derivanti dal ritorno in servizio dei circa 3800 docenti inadempienti all’obbligo vaccinale. “Si tratta di circa 15 milioni che, se sottratti, faranno retrocedere ulteriormente il già misero aumento di 104 euro lordi. Ci pare evidente, dunque, che il Governo Draghi non abbia a cuore seriamente il tema del nostro rinnovo contrattuale. Così - conclude Di Meglio - si pregiudica pesantemente l’apertura del tavolo negoziale".
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