Il nuovo numero di Professione Docente di maggio 2022
29 Aprile 2022
PROFESSIONE DOCENTE
di Renza Bertuzzi
L’inizio della pandemia da Covid 19- or sono 2 anni- fu contraddistinto dallo slogan andrà tutto bene, tipicamente americano. Si cantò sui balconi, in attesa che la novità fastidiosa se ne andasse. Così non è stato, la novità è rimasta anzi si è accasata e continua a mietere malati e vittime e l’attesa di un mondo migliore è stata tragicamente vanificata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e dall’irrompere di venti e di impeti di guerra in Europa e quindi anche in Italia. Stretti ora tra il Covid 19 che si adatta e si trasforma, come fanno i virus e la guerra che sembra essere (ri)diventata l’igiene del mondo, attoniti osserviamo un mondo nuovo che non è quello a cui aspiravamo. Infatti, mentre ci si distrae per incombenze necessarie al vivere, qualcuno sta operando con rigore nefasto per smantellare lo stato sociale e i principi costituzionali, come il diritto all’istruzione e alla salute. È un’operazione che dura da un po’ e come le termiti sta distruggendo i valori della democrazia. L’ultima nuova è la presentazione del Def (il documento di Economia e Finanza che contiene le politiche economiche), in cui gli investimenti per la salute e l’istruzione vengono progressivamente diminuiti, mentre le spese militari aumentate al 2% del PIL. “Questa scelta porta diritto al degrado del Paese- ha dichiarato a caldo Rino Di Meglio- le scuole sono l’argine contro il deterioramento culturale e civile. Preferire le armi all’istruzione è una decisione grave”. Senza considerare che l’Italia ha accolto 10.000 bambini profughi dall’Ucraina, come si pensa di occuparsi della loro istruzione, per cui ci vogliono docenti particolari?
In questa atmosfera in cui comunque si deve vivere e lavorare, è necessario mantenere la chiarezza dell’analisi, lo sguardo aperto e lo spirito combattivo. Con questi obiettivi, la nostra rivista si muove e anche in questo numero abbiamo cercato di fornire approfondimenti.
La scuola, istituzione sempre più fragile
Sul carico di lavoro inutile dei docenti, oppressi da una burocrazia inutile e punitiva che raddoppia l’orario di cattedra, come ha dimostrato una ricerca del professor Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio dei Conti pubblici italiani, si è tenuta una tavola rotonda, a cui ha partecipato anche il ministro. A pag. 3, lo stralcio dell’intervento di Rino Di Meglio, La follia del tempo perso dei docenti, a pag. 4, il resoconto del dibattito, Investire sulle persone e non sulle cose, di Ester Trevisan.
In ideale continuazione con le riflessioni delle pagine precedenti, l’eptalogo di Alberto Dainese, Di che cosa avrebbe bisogno la scuola, in sette parole chiave, pag.5.
La percezione assai plausibile che la prova dell’esame di Stato di quest’anno non sia che Un esame interlocutorio in attesa del PNRR, Giovanni Carosotti, pag. 8.
Il monito del professor Adriano Prosperi, in un’intervista a Renza Bertuzzi La scuola deve rispondere alle sfide del presente, pagg. 6-7.
La recensione del libro di Telmo Pievani, Serendipità. L’inatteso nella scienza, a cura di Gianfranco Meloni, che ci riporta alla necessità di mantenere nella scuola il pensiero critico e la libertà d’insegnamento, Le buone ragioni per una scuola serendipica, pagg.22-23.
La scuola, forse ormai ceduta…al miglior offerente? Gianluigi Dotti, in un reportage completo, analizza le Fondazioni che, in Italia e nel mondo, dettano ormai legge nelle politiche scolastiche dei Governi. Leggi che rispondono agli interessi economici e non ai principi costituzionali, Come l’economia sequestra la scuola, pagg.18-19.
La scuola nel tempo, con i temi ancora attuali, Aldo Moro e la scuola. Educazione civica e religione (1946-1978), Piero Morpurgo, pag. 17.
La scuola nei suoi luoghi fisici, continua l’inchiesta di Antonio Massariolo, A scuola tutto bene? Come rinvii e bizantinismi ritardano la sicurezza delle scuole, pagg.20-21.
Al centro del numero, una sorta di fascicolo dedicato al tema della guerra, nella prospettiva della pace
La vicenda dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e la reazione dell’Europa e dell’Italia e del mondo, rivolta ad una visione bellicistica, ha imposto di riservare diversi articoli al tema. Prima di tutto, con il contributo di Francesco Pallante, Il ripudio costituzionale della guerra: una necessità sempre attuale, pagg.10- 11, in cui il costituzionalista precisa il significato dell’art.11 della nostra Costituzione e le funzioni dei vari organismi internazionali deputati alla ricerca della pace. Poi, con la constatazione amarissima e tragica di cosa comporti la guerra per il futuro del mondo Bambini di guerra. Il disastro educativo e la morte, Stefano Battilana, pag. 9; con la necessità di educare alla pace, da subito nelle scuole, come comportamento quotidiano, anche con un richiamo al pensiero di Aldo Capitini, Se vuoi la pace, educa alla pace, Giuseppe Candido, pag.13; con una visione di geopolitica, che chiarisce come le guerre siano, per parafrasare Hannah Arendt, una ridefinizione di poteri e di interessi, aggiungiamo noi, Guerra e guerre: effetti collaterali, ma non tanto, Fabrizio Tonello, pag.15. Poi, come si manipola la storia nelle guerre, ogni parte a proprio vantaggio e come la storia sia ormai trascurata proprio dal legislatore nei cicli scolastici italiani e non, Manipolare la storia, Marco Morini, pag. 12. Un modo per ridurre la distanza cognitiva da quei luoghi di guerra che conosciamo solo nella distruzione o in cartine anonime che non rendono ciò che si è perso con la distruzione: l’uso di Street View di Google Maps, Cosa stiamo perdendo con i bombardamenti, Roberto Casati, pag.14. Infine, Pesaro, città della cultura 2024, ha dedicato la vittoria alla bombardata città ucraina di Kharkiv, Massimo Quintiliani, pag. 16.
Infine, una boccata di vita con la recensione Il filosofo e il mare. La navigazione dell'Oceano di Roberto Casati, a cura di Valentina Berengo, del libro "Oceano" di Roberto Casati, a pag. 24.
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