Il nuovo numero di Professione Docente di novembre 2023

ADESSO TOCCA A NOI DOCENTI

Se fosse proprio la scuola delle discipline che punta sul pensiero critico e non sulle competenze a permettere di affrontare la tecnologia? di Renza Bertuzzi

06 Novembre 2023
PROFESSIONE DOCENTE

Tocca a noi docenti, senza se e senza ma.Tocca a noi recuperare il significato alto della nostra funzione secondo la Costituzione, ancora intatta negli articoli 33 e 34 - per previdenza dei Padri costituenti. Il mandato che ci assegna il dovere di difendere la Scuola repubblicana creata per “ educare i giovani al pensiero critico e per trasmettere loro cultura”. Tocca a noi non tacere a fronte della cascata di leggi che, in pochissimo anni, a raffica, hanno trasformato la scuola in un oggetto che non è più il soggetto che la Costituzione aveva deliberato. Tocca a noi recuperare la forza, la volontà e la decisione che avevano caratterizzato la classe docente per difendere sé stessa e la scuola. Tocca a noi non essere passivi, né impauriti davanti alle novità ineluttabili della tecnologia e affrontare il nuovo che avanza con grande rapidità con la conoscenza e l’impegno che occorrono.


Quindi, ci tocca A questo invito categorico è dedicata molta parte di questo numero, a cominciare dal contributo di Rino di Meglio, pag. 3, L’autonomia scolastica figlia dell’aziendalismo (“ritengo che noi insegnanti abbiamo il dovere di coinvolgere l’ opinione pubblica”); a seguire con l’articolo di Gianfranco Meloni, pag. 14, La nuova era degli insegnanti domestici, (“ una scuola sana e aperta non ha bisogno di studenti e  insegnanti domestici”); e Gianluigi Dotti, pag. 18, L’ inganno di facilitare la conoscenza (“Dobbiamo condurre una battaglia culturale contro le teorie” facilitatorie” e “facilone” che riducono lo studio ad attività ludica”). Quindi anche il discorso del Presidente della Repubblica a Forlì per l’ apertura dell’anno scolastico, Giuseppe Candido, pag.6, La tirannide inizia se finisce l’ istruzione che forma i cittadini(“ Incoraggiare il lavoro di tanti insegnanti entusiasti e volenterosi”.
Tutto ciò alla luce dei docenti della Corea, il cui esempio ha mostrato come le proteste decise e convinte, ottengano alla fine dei risultati. Marco Morini, pag.15, Protestando, protestando…


Ci tocca poi parlare delle riforme, su cui tutti tacciono, quella degli istituti tecnici- regalati dalla Legge Valditara n.175/22- al settore produttivo nazionale. Ne scrivono Roberto Rinciari, pag. 11, La riforma di cui nessuno vuole parlare e Mario Pomini, pag.13, L’ Istruzione tecnica ceduta alle imprese, (…che naturalmente perseguiranno i loro scopi”).


Anche il PNRR deve essere seguito con vigilanza e attenzione, la vera e propria messe di danaro assegnata alle scuole con indicazioni ben precise. Si tratta di somme ingenti che ogni istituto autonomo dovrà gestire, e i Collegi dei docenti dovranno valutare la qualità dei progetti e decidere a quali interessi rispondono. Stefano Virgili, pagg. 10-11, Il PNNR scuola: un’ occasione da non perdere; senza ignorare, aggiungiamo noi, la logica e le conseguenze della distribuzione sul piano nazionale, Antonio Massariolo, pag.12, PNRR: il piano scuola 4.0 aumenta i divari territoriali.


Non è tutto qui, pur se fondamentale. Ora si apre davanti a noi, nella nostra esistenza quotidiana e quindi anche nella scuola, una rivoluzione di portata enorme, spesso paragonata alle grandi “svolte” della storia del mondo. Alla  tecnologia, da cui tutti siamo ormai dipendenti si è aggiunta, da essa derivante, l’ Intelligenza artificiale (AI): il Piano scuola 4.0 del Ministero la colloca ormai come protagonista dell’attività didattica. Scelta forse inevitabile, ma causa di preoccupazioni e di ansie da parte dei docenti e anche degli studenti. Inevitabile, si diceva, ma quanto meno frettolosa, seguendo la logica delle magnifiche sorti e progressive che considera il nuovo in sé positivo e indiscutibile. Su  questo tema/problema la Gilda degli insegnanti e l’ Associazione art.33, con la collaborazione di questo giornale, hanno organizzato per il 5 ottobre, Giornata mondiale degli insegnanti, un Convegno. Tecnologia e Intelligenza artificiale a scuola. I pro e i contro, con la partecipazione di esperti, anche internazionali. Valeria Ammenti, pag.4-5, scrive una sintesi ragionata degli interventi di tutti i relatori e a pag 5, Renza Bertuzzi, La cassetta degli attrezzi, recensione del libro di Nello Cristianini, La scorciatoia. Come le macchine sono diventate intelligenti senza pensare in modo umano. Tutti i relatori (Nello Cristianini, Gilberto Corbellini; Ana  Millan Gasca, Giuseppe Corasaniti. Andra Cangini), con argomenti diversi hanno convenuto e ripetuto che, di fronte all’ansia verso l’intelligenza artificiale, vi è solo una soluzione: solo la conoscenza ela consapevolezza che  possono permettere di non esserne dominati.


Ebbene tutte queste riflessioni e indicazioni confliggono con la scuola declinante, in cui conoscenza, possibilità di valutare i problemi epistemologici della discipline e così via sono state spazzate via, sostituite da competenze pratiche, idonee non certo alla riflessione e allo spirito critico.
Dunque, abbiamo compreso che la salvezza dalla tecnologia e da tutto ciò che da essa deriva risiede non in questo cascame di scuola, ma nella scuola superata delle discipline, del ragionamento, del saper valutare e soppesare. La  scuola della Costituzione.
La Costituzione che si vorrebbe cambiare ma non si può nei diritti fondamentali , allora la si annacqua, la si confonde e la si trasforma di fatto, ne scrive Francesco Pallante, pag. 6 La tutela dello sport in Costituzione. Un alibi per la fuga della politica dalle proprie responsabilità.
Il mondo che verrà (sarà come noi facciamo), Roberto Casati, pagg.8-9
, due testi di geografia sul mondo di ieri e su quello di domani;
Piero Morpurgo, nella importante Storia della scuola. La scuola di don Milani e dei fratelli Rosselli: esperimenti per una didattica della cittadinanza, pagg.15-16. Massimo Mirra, Carlo Lizzani mette in scena la storia, pag. 19.
Alla fine di tutto, via dalla pazza folla, seguendo le indicazioni di Massimo Quintiliani, Itinerari turistici su treni storici, pag. 20.

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