Il nuovo numero di Professione Docente di settembre 2024

SPEZZATA L’ ITALIA

di Renza Bertuzzi

03 Settembre 2024
PROFESSIONE DOCENTE

Infine il ministro Calderoli ha raggiunto la sua meta: è riuscito a spezzare l’Italia in tanti frantumi, regionali dei diritti essenziali; frantumi che renderanno più disunito il Paese, più ingiusto, più povero, più cattivo, ma più unito nella tipologia dei tanti centri di poteri decentrati, circoscritti nei territori, con pochi controlli, poteri quasi assoluti. Potestà che alimentano e fanno crescere il malcostume, l’accondiscenza, interessata e servile, verso di essi.

Calderoli non è nuovo a queste operazioni, sempre nefaste e deteriori per la tenuta della democrazia: ricordiamo qui solo la riforma del sistema elettorale, che lui stesso, autore della legge in combutta con altri, con sarcasmo beffardo, definì Porcellum.

L’Autonomia differenziata ha rappresentato una sua fissazione, quasi un capriccio da soddisfare.

Malgrado i giudizi negativi delle molte Istituzioni chiamate a esprimere un parere, la sua ostinazione è andata avanti, il suo progetto è diventato la Legge 26 giugno 2024, n. 86. Parliamo di un’ostinazione perché quel progetto è una sciagura che dividerà l’Italia per la cui unificazione tante persone sono morte; aumenterà la povertà al Sud ma non la ricchezza al Nord; creerà tanti piccoli Stati, forse anche in antagonismo tra di loro. Ma, quel che sorprende è che l’Autonomia differenziata sarà un danno anche per il Nord, così laborioso e capace, stanco di sostenere un Sud fannullone: molte analisi hanno dimostrato che il Nord sarà molto penalizzato e per questo stupisce l’ostinazione del governo e della maggioranza del parlamento a votare questo provvedimento.

Quindi è tutto finito, ha vinto Calderoli? Per fortuna i giochi non sono fatti: un referendum contro la legge sta raccogliendo firme a velocità inimmaginabile; i cittadini, più accorti e “intelligenti” dei politici, hanno ben compreso la posta in gioco e sono diventati parte attiva con una grande e vitale reazione Se continuerà l’impegno a raccogliere firme (al momento di andare in stampa sono state superate le 750000) e se si trasformerà, quando il referendum sarà indetto, in attività decisa e capillare per convincere i cittadini a votare, allora forse potrebbe esserci (ci sarà) una bella sorpresa per noi e una brutta per Calderoli.

È evidente che in tale situazione pericolosa, questo numero dedichi diverse parti all’argomento e alla difesa della nostra Costituzione. L’apertura di Rino Di Meglio, coordinatore nazionale, pag.2 Gilda, sempre per la Costituzione, rappresenta e dichiara la fisionomia della nostra Associazione, il principio che ci ha sempre guidato: difendere la Costituzione.

In questa direzione va anche l’ultima inchiesta della Gilda sulla compravendita dei titoli per l’insegnamento, Le fabbriche dei titoli. Un sistema non solo italiano: la denuncia della Gilda, Veronica De Michelis, pag. 2 centrali, intitolate Spezzata l’Italia, sono una sorta di allegato /manifesto, che concentra nella definizione la drammatica condizione in cui si troverà l’Italia, quando questa legge sarà applicata.

Tre sono gli argomenti affrontati, i cui autori con serena certezza, affermano il vero e lo diffondono.

Prima, pag I, il libro di Francesco Pallante Spezzare l’Italia, recensito da Gianfranco Meloni, Porcus in fabula; pagg. II-III un bel libro, insolito, struggente e orgoglioso, di un’Italia che non volle spezzarsi, Fino alla fine comites. Meridionali nella Resistenza, di Pino Ippolito Armino e Maurizio Marzolla, recensito da Enzo Scandurra; a pag IV,a cura della redazione, solo esempio sulla possibile istruzione frammentata con la nuova legge, Frantumi di un diritto universale.

Sempre sul tema della Costituzione che si vorrebbe ancora insultare, l’articolo di Francesco Pallante, Una nuova Costituzione…incostituzionale?, pagg.10.11.

Si passa poi ad un altro capitolo, Questa scuola non ci piace, apparentemente disgiunto da quello della Costituzione ma di fatto non lo è. La scuola che non ci piace è quella che ha tradito, a campo largo, i principi costituzionali in molti ambiti, come leggiamo negli articoli: Bloccare la politica scolastica di ieri e di oggi si può, Gianluigi Dotti, pag.5; La scuola va alla guerra, Giuseppe Candido, pag.6; Una scuola senza Storia. L’obiettivo di una pedagogia del consenso, Giovanni Carosotti, pag.7; Scuola: scarsi investimenti, bassi stipendi ai docenti, molte ore di lavoro, Antonio Massariolo, pag.8; L’insegnante con la pistola, Marco Morini, pag.9.

Al contrario ci piacerebbe la scuola possibile, in cui potrebbe aumentare la richiesta di docenti nel futuro, Mario Pomini, Demografia scolastica, pag.13.

Ci piace molto la scuola di ieri, di cui si occuparono Giacomo Matteotti, Ernesto Rossi, Gaetano Salvemini: è incommentabile l’abisso che ci separa e che separa la qualità di chi oggi ha potere di decidere su di essa da quei nomi. Piero Morpurgo, Vogliamo che questo insegnamento sia libero, poetico, astratto, pag.14.

Poi c’è la scuola bella che si dedica alle attività culturali, formative come per esempio il teatro- luogo della collaborazione e del conflitto e delle soluzioni da trovare insieme- di cui abbiamo già sentito nel numero precedente, in questo su dà conto della Rassegna internazionale di Teatro educativo & sociale, Il Gerione, a Campagna (SA), Antonio Caponigro, Massimo Mirra, Teatro: Cenerentola della scuola italiana, pag.17.

L’intelligenza artificiale: pericolosa o utile nella scuola? dannosa o formativa? Dubbi e timori si rincorrono tra i docenti; per fortuna, ci sono voci rassicuranti come quella di Fabrizio Tonello, CHATGPT: non un oracolo ma un assistente sgobbone, pag.16.

Le recensioni di testi utili alla scuola, e non solo, per i temi che trattano, Sul caos del presente due grandi si confrontano, concordi e discordi, Gianluigi Dotti, pag.15, sul testo di Piero Bevilacqua, Discorsi d’osteria. Machiavelli e Guicciardini affacciati sul caos. Giuseppe Candido, Un’analisi critica delle politiche conservatrici della ”melonieconimcs”, pag.12, dal testo di Mario Pomini, Anatomia del populismo economico.

Infine, per le mete suggerite dalla Rubrica Viaggi & Cultura, a cura di Massimo Quintiliani, questa volta una meta vacanziera, Viaggio in Romagna tra cultura, buona cucina e cicloturismo, Alessandro Quintiliani, pag.19.

 

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