Ricorso della Gilda condanna l’Amministrazione scolastica

Importante sentenza del Tribunale di Treviso in favore del riconoscimento della carriera agli insegnanti precari

04 Ottobre 2010
GIURISPRUDENZA SCOLASTICA

Nel 2008, la Gilda degli Insegnanti, con il patrocinio dello Studio Legale D´Angelo-Arciprete, ha deciso di avviare un´importante ed esemplare causa a tutela degli insegnanti precari.

I precari infatti, vengono lasciati, fino all´accesso al ruolo che arriva anche dopo molti anni, se arriva, ad un livello di retribuzione di base. La progressione stipendiale infatti è prevista solo per il personale assunto con contratto a tempo indeterminato.

Quella di mantenere i docenti in una condizione di contratto di lavoro a termine è una scelta programmatica dell´amministrazione reiterata nel tempo, con finalità di contenimento della spesa pubblica (in questo caso a danno dei lavoratori precari) e non, come dichiarato dalla stessa, motivata da esigenze particolari e temporanee non prevedibili. E´ l´amministrazione infatti che decide di coprire una parte cospicua dei posti necessari con contratti a termine anzichè con l´assunzione in ruolo.

Proprio per denunciare questa disparità di trattamento fra docenti a tempo determinato e quelli a tempo indeterminato, nonché rispetto ai docenti di religione ai quali è sempre stata garantita una
progressione stipendiale da precari, la Gilda ha avviato un ricorso per il riconoscimento della carriera per gli insegnanti con contratto a termine e relativo avanzamento nella retribuzione con
risarcimento dei mancati scatti per il passato. Tale azione è stata sollecitata da un pronunciamento della Corte di Giustizia Europea che aveva riconosciuto il diritto alla progressione stipendiale ad
una lavoratrice pubblica spagnola con sentenza del 13.09.2007 causa C-307/05, un importante precedente.

E´ datata 22 settembre 2010 la sentenza del Tribunale di Treviso, Giudice Massimo De Luca, che riconosce, per i ricorrenti iscritti alla Gilda degli Insegnanti in servizio nella provincia, il diritto alla corresponsione degli arretrati e condanna l´amministrazione al pagamento degli stessi. Per alcuni ricorrenti le somme da liquidare sono rilevanti, raggiungono anche i 9000 €.  Se l´intento sarebbe stato quello di garantire da subito la carriera anche per il futuro, si tratta di una sentenza che afferma un principio che consentirà agli insegnanti precari di chiedere il pagamento delle differenze salariali che matureranno in avvenire.

La Gilda degli Insegnanti manifesta grande soddisfazione per il risultato, si tratta di una rilevante conquista di civiltà a tutela dell´uguaglianza e della dignità di lavoratori che vengono spesso considerati come "privilegiati" ed invece sono privati di un diritto fondamentale: quello di una equa retribuzione che tenga conto dell´esperienza maturata. Infatti in varie occasioni i legislatori
hanno evocato strumentalmente la necessità di adeguamenti alle normative europee quando si è trattato di giustificare scelte normative a riduzione dei diritti dei cittadini, un recente esempio ne è l´innalzamento dell´età minima pensionabile per le donne del pubblico impiego a 65 anni, ma quando si presenta l´occasione di evolvere nella salvaguardia dei diritti umani e sociali gli stessi si
dimenticano dell´appartenenza all´Unione Europea.
Se lo Stato non avesse più la convenienza economica di sfruttare la condizione di precariato a danno dei lavoratori, si aprirebbe la strada alla possibilità di assunzioni in ruolo e di una vera soluzione
definitiva del precariato.

La Coordinatrice della Gilda degli Insegnanti fa notare come in Italia si stia verificando una progressiva ma rapida erosione della dignità professionale a danno degli insegnanti, determinata anche da una martellante campagna populista di denigrazione e
diffamazione, mentre fortunatamente, a livello sovrannazionale, dignità e libertà professionali stanno crescendo nella considerazione della Giurisprudenza e nelle carte dei diritti internazionali.
Se le leggi dello Stato italiano non garantiscono il rispetto della dignità professionale, ci impegneremo ad appellarci a quelle Europee. Altrettanto faremo per garantire i diritti degli alunni
diversamente abili e la sicurezza nelle scuole. Uno Stato che non investe nell´istruzione e nella scuola pubblica, che lo dovrebbe rappresentare, è destinato alla povertà non solo materiale.


Dott.ssa Michela Gallina
Coordinatrice provinciale della Gilda degli Insegnanti Treviso




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