Sanzioni disciplinari, Di Meglio: troppi abusi, modificare il sistema
Di Meglio interviene sul caso della maestra del Pavese sospesa per aver denunciato i maltrattamenti subiti da un´alunna
28 Ottobre 2019
AREA STAMPA
“I casi di abuso di sanzioni disciplinari contro i docenti sono sempre più numerosi, a dimostrazione del fatto che il diritto ad un giudice terzo, nel procedimento, non è evidentemente garantito. È urgente modificare il sistema, anche perché non è possibile che per rimediare agli errori commessi dai dirigenti scolastici i docenti siano costretti a ricorrere in tribunale e a sobbarcarsi spese legali spesso insostenibili a causa dei loro magri stipendi”.
Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, interviene sul caso della maestra del Pavese sospesa per un giorno dal servizio perché ‘colpevole’ di aver denunciato alle forze dell’ordine i maltrattamenti subiti a casa da una sua alunna.
“Purtroppo non si tratta del primo episodio del genere” sottolinea Di Meglio ricordando la vicenda di Giuseppe Falsone, professore in un istituto superiore della provincia di Treviso, sospeso dalla dirigente scolastica per aver denunciato il padre di uno studente che lo aveva aggredito.
“Insegnare non può essere un lavoro di trincea, il docente deve entrare in classe con la serenità di chi sa di essere tutelato nell’esercizio della sua funzione. Perciò la Gilda propone l’istituzione del Consiglio superiore della docenza: un organismo che, analogamente a quanto avviene con il Consiglio Superiore della Magistratura, garantisca che le sanzioni disciplinari non siano utilizzate come armi improprie”.
Roma, 28 ottobre 2019
UFFICIO STAMPA GILDA INSEGNANTI
Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, interviene sul caso della maestra del Pavese sospesa per un giorno dal servizio perché ‘colpevole’ di aver denunciato alle forze dell’ordine i maltrattamenti subiti a casa da una sua alunna.
“Purtroppo non si tratta del primo episodio del genere” sottolinea Di Meglio ricordando la vicenda di Giuseppe Falsone, professore in un istituto superiore della provincia di Treviso, sospeso dalla dirigente scolastica per aver denunciato il padre di uno studente che lo aveva aggredito.
“Insegnare non può essere un lavoro di trincea, il docente deve entrare in classe con la serenità di chi sa di essere tutelato nell’esercizio della sua funzione. Perciò la Gilda propone l’istituzione del Consiglio superiore della docenza: un organismo che, analogamente a quanto avviene con il Consiglio Superiore della Magistratura, garantisca che le sanzioni disciplinari non siano utilizzate come armi improprie”.
Roma, 28 ottobre 2019
UFFICIO STAMPA GILDA INSEGNANTI
Tags: #comunicati #sanzioni disciplinari